Affermare che felicità, obesità e schizofrenia hanno qualcosa in comune ha senso?
Sicuramente la prima impressione potrebbe fare rispondere in maniera dubbiosa, ma se mi segui fino alla fine vedrai che vi è un filo conduttore che porta a questa affermazione.
Parto subito e ti sfido in una scommessa: sono sicuro che vinco con una percentuale del 99%
Almeno per una volta nell’arco della tua vita i tuoi genitori o i tuoi nonni ti hanno detto: “devi riposare di più!”
Vero che ho vinto?
Non Avevo dubbi!
Al di là dell’introduzione scherzosa, il messaggio che desidero passare con questo mio articolo è che il dormire e riposare è una delle fasi, se non addirittura la fase, più importante da curare nella nostra vita in modo da sviluppare e conservare a pieno la nostra salute a 360°.
Se stai leggendo vuol dire che sei passato dalla pagina di Facebook oppure in qualche modo mi conosci e quindi sai che chi sta scrivendo non è né medico né ha nel suo background studi riguardanti l’ambito della Sanità.
Allora certamente ti chiedere ai perché devi continuare a leggere, vero?
Ottima domanda e soprattutto sensata: chiunque avrebbe la stessa perplessità nel proseguire la lettura.
L’obbiettivo di questo mio articolo è solo uno: quello di farti riflettere e di darti le minime informazioni per farti scattare la scintilla tale da prenderti le tue personali informazioni su questo basilare argomento.
Vero anche che le tre parole del titolo a prima vista non hanno nulla in comune, ma ti posso assicurare che alla fine dell’articolo avrai raggiunto una consapevolezza tale da farti almeno la seguente domanda: “Ma se questo sig. Nessuno ha scritto qualcosa di vero, cosa faccio? Decido di ignorarlo oppure prendo spunto per approfondire l’argomento?
Io sono sicuro della risposta e questo mi ha fatto scattare la scintilla per scrivere questo articolo.
Oggi la vita è talmente frenetica ed esponenzialmente veloce rispetto solo a poco più di 15 o 20 anni fa che le persone, oggi più che mai, non riescono a organizzare la propria giornata nella maniera di fare tutte le cose.
Nella stessa proporzione, anche le distrazioni sono diventante talmente elevate che i minuti persi in cose futili, ahimè, ti fanno perdere il senso del tempo che sta passando.
La realtà invece è solo una ed uguale per tutte le persone del mondo: alla mattina, a fianco del letto quando apriamo gli occhi, ci troviamo una valigetta con all’interno 24 ore.
Purtroppo sono già state erose di un numero di ore pari a quelle indicate nello strumento che emette quel suono straordinariamente fastidioso, che ti dice:
“Buongiorno! È ora di buttare giù le gambe e muovere il culo”!
Questo strumento chiamato sveglia, ti dice di iniziare tutta quella frenesia che ogni giorno metti in pratica per cercare di eseguire un numero sempre maggiori di cose.
Situazione che poco più di 20 anni fa era utopiasolo pensare di poterle fare, mentre oggi è diventata per molti una realtà giornaliera, la normalità.
Alcuni potrebbero sentenziare “DRAMMATICAMENTE NORMALE”.
Tutto questo preambolo per renderti partecipe della inevitabile e necessaria presa coscienza che il mondo è cambiato e continuerà a cambiare con una velocità ancora più veloce.
Proprio a fronte di questo cambiamento veloce che il tempo non è mai sufficiente, anzi diventerà sempre meno, in quanto le cose cresceranno.
Siccome la maggior parte delle persone non sono preparate ad affrontare la situazione che giorno dopo giorno diventa sempre più frenetica, fanno del proprio meglio per fare a prescindere tutto.
Cosa succede quindi?
Riducono, minuto dopo minuto, l’unica cosa che, erroneamente, pensano sia possibile fare: tolgono del tempo alle ore del riposo notturno.
Probabilmente tu stesso, come feci anch’io tempo fa, hai ridotto le ore dedicate al riposo.
Parlo proprio di quell’arco di tempo stimato in circa 30 anni di vita, tempo dedicato mediamente al riposo notturno dalle persone che raggiungo i 90 anni di età.
Infatti gli studiosi hanno calcolato che 1/3 della vita vissuta è passata a dormire.
Perchè? Come mai abbiamo bisogno di dormire e soprattutto perchè così tanto?
Tutta la categoria medica scientifica è d’accordo, almeno su questo argomento: le ore dedicate al sonno dovrebbero essere 8 ore.
Oltre a questo, secondo la World Association of Sleep Medicine (Wasm), il riposo ed il recupero è tanto maggiore (e di buona qualità) quante sono le ore dormite prima di mezzanotte.
Il sonno ci aiuta anche ad essere più felici e tolleranti.
Infatti vi sono studi che dimostrano come felicità e sonno sono legati.
Uno di questi studi, eseguito dall’Università del Michigan e descritto in un articolo di ScienceDirect (https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0191886915003943) ha dimostrato che le persone abituate a inserire una pausa pomeridiana di un’ora con un pisolino sono più propensi a risolvere i problemi, a non avvilirsi o demoralizzarsi in caso di insuccessi, sono più tolleranti alla frustrazione dimostrando una diminuzione dell’impulsività.
Altro problema strettamente correlato con la mancanza di sonno è il sovrappeso.
Si è dimostrato che se dormi 5 ore o meno ogni notte, allora hai il 50% di possibilità in più di essere o diventare obeso.
Quale è la connessione tra sonno e sovrappeso?
La mancanza di sonno aumenta il rilascio di un ormone chiamato grelina, conosciuto come l’ormone della fame. Infatti è quell’ormone che invia la segnalazione della fame al nostro cervello, mentre nello stesso tempo diminuisce il rilascio della leptina, l’ormone che segnala la sazietà.
Ma cosa succede quindi quando segnali di stanchezza assieme a quelli della fame arrivano al cervello?
Il cervello dice: “Ho bisogno di zuccheri”! Inizia quindi a cercarli ma non trovandoli, inizia a ricercare quegli alimenti da cui poi il nostro organismo li ricava: i carboidrati.
Non a caso chi dorme poche ore va spesso alla ricerca di dolci o fritti: alla vista di un gelatone al cioccolato o di un piatto di patatine si accendono i cosiddetti circuiti della ricompensa.
Questi circuiti derivano direttamente dalla nostra storia evolutiva e che grazie a loro l’Homo Sapiens ha sopravvissuto fino ai giorni nostri.
Questo particolare comportamento delle persone che, volutamente o no, non sfruttano la notte come “momento imprescindibile” da dedicare al sonno, è stato dimostrato dai ricercatori del St. Luke’s Roosevelt Hospital Center e della Columbia University di New York.
Questi ricercatori hanno sottoposto 25 volontari a nove ore di sonno per 5 notti di seguito e dopo per lo stesso periodo solamente 4 ore.
Durante le fasi sono stati monitorati i loro tracciati cerebrali mentre osservavano immagini di cibo dietetico e non, evidenziando che chi aveva dormito meno, aveva effettivamente mangiato molto più junk food.
Per ultimo (ma solamente per questo mio articolo essendone ben molti altri dei problemi legati alla mancanza di sonno!) gli studiosi hanno relazionato che le persone disgraziatamente affette da schizofrenia hanno sicuramente grossi problemi di insonnia.
In articolo della Fondazione Veronesi curato dalla scrittrice Serena Zoli, viene inoltre affermato che l’insonnia non è solo un sintomo, ma è essa stessa anche concausa di disturbi mentali.
Nell’articolo viene preso in esame una ricerca eseguita dall’Università di Oxford, dove i ricercatori dello Sleep and Circadian Neuroscience Institute sono arrivati alla conclusione finale che curando l’insonnia si raggiungono anche grandi miglioramenti nei problemi psichiatrici.
In questo studio, esteso in tutte le università della Gran Bretagna, sono riusciti a coinvolgere 3755 studenti di ben 26 differenti università.
L’unico punto in comune richiesto era che i ragazzi dovevano soffrire di insonnia.
Dopo lo studio si apprese che un quinto dei partecipanti è anche risultato essere in contatto con i servizi di igiene mentale.
In tutto quanto sopra scritto si può trovare quindi un unico denominatore comune: l’insonnia.
Perchè ti sto dicendo questo?
Perchè io stesso soffrivo di una insonnia probabilmente causata da una ipertensione che mi obbligava l’assunzione di 2 compresse al giorno ed avevo raggiunto un notevolissimo sovrappeso.
Sono riuscito a risolvere questi disagi: il primo mi ha aiutato la mia grande passione per il buon caffè.
Il secondo, nonostante abbia diminuito quasi trenta chili, sto ancora lavorandoci per raggiungere il mio peso forma, obbiettivo che oramai manca poco, ed anche qui il caffè ha dato un grande contributo.
Ti invito a tal proposito di leggere la storia cliccando questo link: https://caffenoproblem.com/founder-la-storia/
Auspico che quanto da me scritto ti possa avere aiutato.
Se vuoi farmi domande a tal proposito o vuoi scrivermi le tue impressioni sarò ben lieto di risponderti.
Daniele